CONSIDERAZIONI TECNICHE

La realizzazione di uno strumento inizia con la scelta del materiale. Lo strumento a corde è generalmente composto di un piano armonico, la parte più vibrante, fissato su una cassa armonica, che gli permette di amplificare il volume sonoro. Il violino è composto di più di cinquanta pezzi. I principali sono:

•  il piano armonico con le due aperture a forma di “f”

•  la catena

•  
il fondo

•  
le fasce

•  il manico che termina con una testa a forma di riccio

•  
la tastiera

•  
il ponticello

•  l’anima

•  i piroli

Il piano, il fondo, e il manico sono interamente scolpiti a mano.

Il piano armonico è in abete (Picea excelsa). Quello più adatto alla costruzione dei violini viene dallo Jura svizzero e dalle dolomiti. L’abete è scelto per le sue qualità acustiche. Questo legno resinoso permette, una volta asciutto, la libera propagazione dell’aria attraverso i suoi canali. L’aria è fondamentale nella produzione del suono. Inoltre, questo legno ha un ottimo rapporto resistenza/peso. Gli alberi sono selezionati dal taglialegna, il quale lo percuote alla base con la sua ascia, per capirne le qualità sonore. L’abete cresce nelle valli riparate dal vento a un’altitudine da 1000 a 1500 metri: più l’altitudine è elevata e più le fibre sono strette, poiché il clima freddo impedisce loro di crescere bene. Metto da parte il legno proveniente da altitudini più elevate per i violini e quello proveniente da altitudini più basse per i violoncelli poiché presentano tessiture più basse. Il piano armonico, come il fondo, è interamente scolpito a mano usando sgorbie, pialle, alcune solo di pochi millimetri, rasiere, fini lamelle di acciaio affilatissime. In fine, un’erba che cresce lungo i fiumi,  l’asperella vienne sfregata contro il legno per rendere la superficie luminosissima.

Una volta che il piano e il fondo sono scolpiti e scavati lasciando il giusto spessore (fondamentale per la qualità acustica), la catena viene aggiustata all’interno del piano con estrema precisione, posizionandola sotto il piede sinistro del ponticello. Il suo compito è far propagare le vibrazioni del ponticello lungo tutto il piano armonico e allo stesso tempo far resistenza affinché non affondi sotto il forte peso delle corde.

L’acero (Acer pseudoplanatus), usato per il fondo, le fasce e il manico è scelto per la sua grande resistenza alle forti tensioni e per la sua elasticità, atta a rinviare il suono. Infatti, il fondo dev’essere abbastanza resistente da poter reggere il peso dell’anima, ed elastico per rimbalzare le vibrazioni trasmesse dal piano. Il liutaio cerca in particolare l’acero con forti onde (marezzatura) per una ragione puramente estetica. Questo legno proviene delle foreste dell’Europa centrale (ex Boemia). Ho potuto acquistare legno stagionato da oltre trent’anni presso vecchi liutai durante il mio periodo di studi in Inghilterra.

Oltre alla specie e alla provenienza, è essenziale il modo in cui è tagliato il legno. Mi assicuro prima di usare il materiale che questo sia stato tagliato nel modo corretto, rispettando le fibre del legno: esse sono perpendicolari al piano e al fondo rendendo questi ultimi più resistenti, meno variabili all’igrometria e meno soggetti alle distorsioni. Per questa ragione il tronco è sezionato come si taglia una torta. Questo tipo di taglio è più impegnativo e più costoso, ma evita lo spreco di una grande parte dell’albero. Ogni pezzo è successivamente ritagliato in due e aperto “a specchio”. Poi le due parti sono piallate e unite usando la colla d’osso: in questo modo i pezzi sono omogenei poiché hanno la stessa struttura a sinistra e a destra. Mi prendo certe volte la libertà di realizzare un piano in un pezzo solo; in questo caso tengo le fibre più distanti a sinistra, sulla parte delle corde basse dello strumento. Anche il fondo può essere realizzato in un pezzo unico ed i più grandi liutai tra i quali Stradivari e Amati hanno spesso scelto l’asimmetria come canone di bellezza.

Le fasce sono delle lunghe bande d’acero spesse da 0.8 a 1,2 mm (violino). Dopo essere state umidificate, vengono piegate su un ferro caldo. La struttura delle fasce è composta da fasce, controfasce, angoli e tasselli é costruita sulla “forma” ed è proprio intorno a questa che sarà realizzato lo strumento.

Il manico, anch’ esso in acero, deve soddisfare i criteri di praticità permettendo al musicista piena libertà di movimento, la sua lunghezza è di 130 mm dal bordo destro del piano fino al capotasto. L’angolazione del manico è molto importante per la potenza sonora poiché incide sulla pressione delle corde che andranno a spingere sul ponticello e sul piano armonico. Da un manico troppo poco inclinato risulterà un suono “piccolo” viceversa un’inclinazione troppo ampia impedirà l’emissione degli armonici dando un suono duro e secco.

La montatura è composta da diverse parti che vengono sovente sostituite: la mentoniera (per il violino e viola) o il puntale (per il violoncello e contrabasso) sono stati inventati successivamente alla nascita di questi strumenti per renderli più adatti all’esecuzione moderna. La montatura comprende inoltre la tastiera, il ponticello, l’anima, i piroli, la cordiera, il capotasto, la staffa, il bottone, la mentoniera e le corde le quali sono regolarmente sostituite a causa della naturale usura.

La tastiera è la parte di ebano fissata sul manico, e sulla quale si trovano le corde. La qualità migliore di ebano proviene dal Madagascar. Possiede un colore intensamente scuro, simile al “nero d’avorio”, pittura di grande pregio anticamente ottenuta dalla combustione dell’avorio. Questa parte dello strumento soggetta al naturale logorio dovuto alla frizione con le corde, deve essere periodicamente piallata. La sua curva e la forma longitudinalmente concava devono essere molto precise per permettere la libera oscillazione delle corde senza che frustino su di essa.

Il ponticello è tagliato con il coltello da un pezzo di acero (Acero Faggio Screziato). Più duro è il legno e maggiore sarà la sua resistenza all’estrema tensione delle corde, ciò rende l’emissione del suono più diretta. La fibra deve essere più evidente nella parte rivolta verso la cordiera. Il ponticello è così importante da essere una sorta di “carta da visita” per un liutaio poiché da una parte la lavorazione mostra la personalità, e dall’altra il marchio a fuoco che lo orna viaggia con lo strumentista in tutto il mondo.

L’anima è un cilindro di abete, che collega il piano ed il fondo. Rimane dritta sotto il piede destro del ponticello, bloccata dalla sola tensione che le impone il liutaio. Essa viene introdotta attraverso la “f” destra usando un attrezzo chiamato “punta” o “ferro d’anima”. Questo cilindro quindi, è un elemento indispensabile perché la sua posizione e il modo in cui viene forzato, modificano molto il colore del suono. Quando il musicista si rivolge al suo liutaio per migliorare la qualità acustica del suo strumento, egli si concentra prima di tutto sull’anima, poi sulle corde ed infine sul ponticello. Esiste una posizione “standard” dell’anima, che viene cambiata secondo il suono più adatto allo strumento e a ciò che l’artista ricerca.

I piroli servono a tirare le corde e vengono torniti in ebano, palissandro, o bosso, tutti legni durissimi che resistono bene al tempo. La forma conica della parte che entra nel cavigliere permette ai piroli, grazie a l’aggiunta di una pasta speciale, di girare bene e allo stesso tempo di mantenere l’accordatura.

M. Menanteau, Roma 2010